”Qualche volta occorre trasportare la tua idea su uno scenario completamente vuoto e ripopolarlo con persone dall’ aspetto fantastico”

Punk nel vero senso della parola, sovversiva di natura, femminista nella pratica, Vivienne Westwood, classe 1941, a 81 anni era la stessa ribelle di quando, nei Sessanta, abbandonava la vita borghese a cui sembrava predestinata.
Addio al mestiere di maestra, al primo marito Derek Westwood (da cui era nato il figlio Ben), addio alle convenzioni per abbracciare l’istinto creativo, la sua indipendenza e diventare così l’epicentro della moda british, dai Seventies a oggi, con un evoluzione di stile che conserva un autentico spirito anticonformista.

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Considerata una delle stiliste più non convenzionali e schiette del mondo, Westwood è diventata famosa alla fine degli anni ’70 quando i suoi primi progetti hanno contribuito a modellare l’aspetto del movimento punk rock. Lo fa in diversi modi: incollando a magliette nere ossa di pollo che accostate formano la scritta “fuck”; oppure tappando la bocca della regina Elisabetta con delle spille da balia. In poco tempo i capi di Vivienne e Malcom diventano dei veri e propri strumenti di propaganda, più è sfacciata la stampa e meglio è.
Proprio nella piccola realtà del Let it Rock nasce la prima rivoluzione di Westwood, con i suoi abiti che sono un tripudio di strappi, spille, lamette; trasformando una subcultura in un movimento che si espande in tutto il mondo.

Molte persone pensano che Vivienne facesse solo vestiti, ma nel suo piccolo con il suo negozio aveva fornito ai londinesi il posto piú hippy della cittá.
Qui ogni sabato pomeriggio ogni genere diventava subcultura giovanile. Vivienne usava la sartoria per trasformare le idee che aveva in testa in ambiziose realtà. Sapeva di avere uno straordinario obbiettivo : rivoluzionare il mondo della moda.

Fedele al suo amore per l’ambiente, per il pianeta Terra e per GAIA, la terra madre, Vivienne Westwood, con la sua collezione Gold Label, per la spring-summer 2011 propone uno stile “consapovele” con tessuti preziosi e di estrema qualità che esprima amore e arte. I tagli sono sensuali, fiudi e mai troppo netti. C’è una gran voglia di femminilità e di dolcezza, come per i cosiddetti Vestiti Cuore, che aderiscono al corpo ma allo stesso tempo “muovono l’aria che li circonda“.
Per quanto riguarda le altre linee della fashion house inglese, la Red Label non sarà più prodotta, mentre troveranno continuità Anglomania e le collezioni di accessori.

A partire dalla collezione autunno/inverno 2016-17, che sfilerà a Parigi il 5 marzo, il brand Vivienne Westwood Gold Label si chiamerà Andreas Kronthaler for Vivienne, che prende il nome dal secondo marito.
Per quanto riguarda le altre linee della fashion house inglese, la Red Label non sarà più prodotta, mentre troveranno continuità Anglomania e le collezioni di accessori.

Il cosiddetto “Orb Logo”, creato alla fine degli Anni 80, rappresenta un globo simbolo di sovranità con intorno gli anelli di Saturno. Conosciuta anche come la madrina del punk per le sue idee sovversive a supporto di profonde riflessioni sulla sfera sociale e politica, Vivienne Westwood decise di appropriarsi di un simbolo ereditato dalla storia della Corona inglese. Era il 1661 quando fu realizzato per la salita al trono di Re Carlo II come insegne di incoronazione. Tuttora fa parte dei gioielli della Corona, e in casa Windsor lo abbiamo visto spesso tra le mani della Regina Elisabetta. Ci sono poi gli anelli di Saturno, aggiunti da Vivienne Westwood nella creazione del suo iconico logo. Accanto alla sfera – simbolo di passato e rispetto della tradizione – la designer madrina del punk vi aggiunse gli anelli come rappresentazione del futuro, anzi di più: del futurismo. Come racconta il blog ufficiale su viviennewestwood.com, l’idea arrivò tra il 1985 e il 1986. Vivienne stava lavorando a una collezione ispirata all’astronomia, provando a creare un maglioncino a tema che avrebbe potuto idealmente indossare il principe Carlo. Molta dell’ispirazione arrivò anche da una serie di riviste astronomiche che Vivienne aveva collezionato, ma pare sia stato Carlo D’Amario – oggi CEO del marchio – ad accorgersi di quello che sarebbe poi diventato il celebre Orb Logo. Lo notò tra vari stemmi e simboli tipici della “royal insignia” e fece presente a Vivienne che quello sarebbe stato il più perfetto dei loghi. Da allora, non abbiamo più smesso di dirlo: Long live the Orb.
La sua battaglia più lunga, che, unita a lavori come Active Resistance, Chaos, e +5°, fa parte del suo progetto più grande: la Climate Revolution. Ci lavora dai tempi di Let it Rock, quando incoraggiava i giovani punk, che non potevano permettersi i suoi abiti, a creare i propri capi. È la rivoluzione del grande marchio che incita il consumatore a rallentare, a scegliere con cura, a prestare attenzione al materiale, come fa Westwood quando confeziona le sue creazioni. È la rivoluzione del grande marchio che incita il consumatore a rallentare, a scegliere con cura, a prestare attenzione al materiale, come fa Westwood quando confeziona le sue creazioni.

Era la prima volta dall’inizio della pandemia che potevamo andare a trovare il nostro produttore e amico in Italia. Avevamo la libertà di viaggiare di nuovo e Vivienne stava anche ricevendo il premio alla carriera della Biennale di Firenze, quindi ci sembrava un’opportunità” – ci racconta Andreas Kronthaler – “Ho sempre voluto mostrare Napoli a Vivienne. Anche Juergen (Teller) ama la città e ha un profondo affetto e legame con essa. Ho potuto visualizzare la collezione lì: è una collezione estiva, quindi l’atmosfera mediterranea è perfetta”. Ci racconta che Napoli è rimasta nel cuore perché “è tante cose: esotica, affascinante e… Scugnizzi”. Con questo termine italiano ci fa capire che ha capito l’animo di questa città pregna di storia ma con angoli dove si annodano dichiarazioni d’amore, graffiti e manifesti di protesta, dando un nuovo colore alle facciate delle abitazioni. Un luogo perfetto per ritratte la collezione primavera estate 2022.. Oltre l’abito della tradizione locale, Napoli veste così i panni di una città cool, carica di appeal grazie a quella frizzante atmosfera che si respira in città “amo le strade di Napoli. L’atmosfera intorno al Lungomare di Mergellina è “grandiosa” e i Quartieri Spagnoli”.

“Una provocatrice per eccellenza”, così l’hanno definita i media britannici annunciando la sua morte. Un’icona nel mondo della moda che ha anticipato le tendenze, che ha saputo unire stili ed epoche come nessun altro, e che ha lottato con vigore per una moda sostenibile. Salutiamo dunque Vivienne Westwood che all’età di 81 anni ha ceduto alla malattia, lasciando un’ottima eredità ai posteri i suoi primi progetti hanno contribuito a modellare l’aspetto del movimento punk rock.
Flavio Crisci